Album rock sottovalutati che meritano la sua attenzione

A volte, anche le band di successo possono perdere il segno. Le lunghe pause tra un album e l’altro possono rendere i fan incerti sul fatto che la band sia ancora unita. Quando esce della nuova musica, i fan potrebbero non sapere cosa aspettarsi o potrebbero non vederla affatto. Inoltre, a volte i fan non apprezzano quando le band sperimentano nuovi stili musicali.

Quali album non hanno raggiunto il successo che meritavano? Ecco alcuni album rock sottovalutati, in base ai dati di vendita.

Album rock sottovalutati

Goodbye dei Cream

“Goodbye”, l’album di addio dei Cream, ha segnato un momento agrodolce per i fan. I Cream, con i talenti di Jack Bruce alla voce e di Eric Clapton alla chitarra, hanno dominato la scena rock della fine degli anni ’60. Quando la band ha affrontato la sfida di consegnare un ultimo album, ha piacevolmente sorpreso gli ascoltatori con una deliziosa miscela di brani in studio e performance dal vivo.

Brani come “I’m So Glad” e “Badge” spiccano in questo disco. Le voci dinamiche e gli eccezionali assoli di chitarra illustrano ciò che ha reso i Cream leggendari. Sebbene la loro collaborazione sembrasse promettente, era chiaro che artisti come Clapton erano destinati a intraprendere un’attività da solista.

Bridge of Sighs di Robin Trower

Tra il pantheon dei grandi chitarristi, Robin Trower occupa senza dubbio un posto di prestigio. Ha messo in mostra il suo talento eccezionale fin dal suo periodo con i Procol Harum e ha continuato a stupire con progetti da solista come “Bridge of Sighs”.

Nonostante le sue straordinarie capacità, nei primi anni ’70 Trower è stato spesso messo in ombra da giganti della chitarra come Jimi Hendrix, Eric Clapton e Rick Derringer. Questa mancanza di riconoscimento diffuso ha in qualche modo ostacolato il successo del suo album. Tuttavia, quando “Bridge of Sighs” arrivò sugli scaffali nel 1974, segnò l’emergere di una leggenda del rock in divenire.

Brani come “Day of The Eagle”, “Bridge of Sighs” e “Lady Love” divennero dei classici senza tempo, mettendo in mostra il fenomenale lavoro di chitarra di Trower. Completato dalla voce appropriata di James Dewar, il suono della chitarra di Trower ha veramente brillato in questo album.

Beck-Ola di Jeff Beck

Dopo il notevole successo dell’album di debutto “Truth”, il Jeff Beck Group è tornato con la sua seconda pubblicazione, “Beck-Ola”. Collaborando con talenti come Rod Stewart e Ronnie Wood, la band di Beck ha affrontato la sfida di mantenere la sua forte base di fan con questo seguito. Ci sono riusciti? Assolutamente sì.

Mescolando R&B, blues e hard rock, Beck si è affermato come una forza da non sottovalutare nel mondo del rock. I potenti vocalizzi di Stewart e l’impressionante lavoro al basso di Wood hanno contribuito a rendere “Beck-Ola” un album rock di spicco della sua epoca. Tra i brani, “Rice Pudding” e “Plynth (Water Down the Drain)” sono particolarmente degni di nota.

Flick of the Switch degli AC/DC

Quando “Flick of the Switch” degli AC/DC arrivò sugli scaffali nel 1983, i critici non tardarono a farsi sentire. Rolling Stone disse: “La mega-band australiana AC/DC ha realizzato lo stesso album nove volte, un record anche nei circoli heavy-metal”.

Ma andiamo più a fondo. Gli AC/DC sono tornati alle loro radici, dando ai fan esattamente ciò che desideravano: rock puro e non adulterato. Nonostante le critiche, l’album contiene alcuni dei loro brani di punta come “Flick of the Switch”, “Rising Power” e “Guns for Hire”.

Don’t Look Back di Boston

Il secondo album dei Boston, “Don’t Look Back”, è arrivato sulla scia del loro trionfale debutto. Tuttavia, l’allungamento dei tempi di produzione di oltre due anni ha lasciato i fan in ansia per la sua uscita. Quando finalmente è arrivato, l’attesa è valsa la pena.

Come il loro primo album, “Don’t Look Back” è caratterizzato da ritornelli energici e da una miscela di rock classico ed elementi pop. Brani come “Don’t Look Back”, “A Man I’ll Never Be” e “Feelin’ Satisfied” erano ricchi di ritmi contagiosi. Purtroppo, il lungo intervallo tra le uscite ha messo a dura prova la pazienza di molti fan.

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